When Writing Meets Art

Viaggio tra origini della scrittura e scarabocchi nell’Archivio Storico dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione

Istituto Banco di Napoli-Fondazione – 18 aprile 2007
In collaborazione con Università di Napoli “L’Orientale”, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Kaplan’s Project

When Writing Meets Art nasce dall’idea di Giuseppe Zevola di presentare l’Archivio Storico del Banco nella sua interezza: non solo per quello che rappresenta, per lo straordinario valore storico dei fondi documentari che custodisce, ma anche per la sua capacità evocativa, l’energia e la suggestione che trasmettono i milioni e milioni di documenti e le migliaia di volumi contabili che occupano le oltre 300 stanze dell’edificio di via Tribunali.

Nessuna città al mondo dispone di una testimonianza minuta della vita quotidiana dei suoi abitanti, di una memoria storica ampia e documentata come quella custodita nell’Archivio della Fondazione. Eppure, al di fuori della cerchia degli specialisti (storici dell’economia e della banca, dell’arte, ecc.), non si può dire che l’Archivio Storico della Fondazione sia diffusamente conosciuto.

E’ così che, dalla cooperazione della Fondazione Archivio Storico Banco di Napoli con lo storico dell’economia Luigi De Matteo e l’artista Giuseppe Zevola, è nata la manifestazione a un tempo scientifica e artistica di grande interesse e originalità When Writing Meets Art. Il cerimoniale ha previsto che il pubblico, accolto nel cortile del cinquecentesco palazzo che ospita l’Archivio, sia stato accompagnato, attraverso stanze ricolme di documenti e volumi, nella sala delle conferenze per ascoltare le relazioni sulle origini dei rapporti tra scrittura ed arte.

Le relazioni Quando L’Arte Incontrò La Scrittura e When Writing Met Art, affidate a due studiosi di fama internazionale, Domenico Silvestri e Denise Schmandt-Besserat, hanno ispirato il titolo della manifestazione.

Dopo il momento scientifico-evocativo, il pubblico si è trasferito in un’altra area dell’edificio: un corridoio di stanze, tra scaffali, documenti e volumi in corso di ordinamento, dove il materiale disordinato e scomposto, ritoccato ad arte da Zevola, ha costituito l’installazione Archivio Work In Progress 1. In questo luogo, tra volumi aperti alle pagine con gli scarabocchi tracciati dagli impiegati degli antichi banchi, sono state ascoltate, interpretate dallo stesso Zevola, alcune poesie che tra il Seicento e il Settecento, nei momenti di pausa o di noia del loro scrupoloso lavoro, gli impiegati scrissero in margine ai volumi contabili.